Parma, 21 febbraio 2018 – E’ stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientificaChemical Science l'articolo, intitolato “L718Q mutant EGFR escapes covalent inhibition by stabilizing a non-reactive conformation of the lung cancer drug osimertinib”, che raccoglie i risultati di uno studio di chimica farmaceutica computazionale in cui vengono chiariti alcuni meccanismi attraverso i quali certi tumori diventano resistenti a farmaci di nuova generazione. Gli autori, professori Marco Mor e Alessio Lodola e la dott.ssa Donatella Callegari, che ha appena concluso il Corso di Dottorato di Ricerca in Scienze del Farmaco, delle Biomolecole e dei Prodotti per la Salute, fanno parte del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma.Lo studio è partito dall'osservazione, effettuata presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma dal gruppo di ricerca di Oncologia Medica guidato dal responsabile del percorso terapeutico per le neoplasie polmonari, dott. Marcello Tiseo, che la mutazione di un aminoacido (leucina-718) nell'enzima-recettore EGFR, la cui iperattivazione può essere causa di alcuni tumori ai polmoni trattati con farmaci EGFR-inibitori, porta alla resistenza a farmaci di nuova generazione, recentemente approvati per il trattamento di forme tumorali già divenute resistenti.L'impiego di modelli molecolari virtuali, con applicazioni di dinamica molecolare e di quantomeccanica, ha mostrato che la mutazione L718Q comporta una modifica dell'interazione dinamica tra il dominio chinasico dell'enzima e un farmaco EGFR-inibitore, l'osimertinib, oggi considerato l'ultima risorsa per combattere il tumore ai polmoni per questa via. La comprensione del meccanismo di resistenza è di importanza vitale per progettare nuovi farmaci che potranno permettere alla terapia antitumorale di combattere la lunga battaglia contro le resistenze.Lo studio è stato reso possibile dalla proficua collaborazione tra il gruppo di Drug Design & Discovery guidato dal prof. Marco Mor ed il gruppo di Chimica Computazionale dell’Università di Bristol, diretto dal prof. Adrian Mulholland. La collaborazione, attiva da tempo, in questo caso si è rivelata una preziosa risorsa anche per lo sviluppo delle ricerche condotte nell'ambito del corso di Dottorato di ricerca attivo presso l'Ateneo di Parma.I risultati descritti in questa importante pubblicazione sono stati ottenuti anche impiegando le risorse computazionali messe a disposizione dall'Università di Parma tramite il nuovo cluster di calcolo (High Performance Computing), recentemente installato presso il Campus delle Scienze e delle Tecnologie, grazie agli sforzi dell'Unità Operativa coordinata dal dott. Fabrizio Russo e del gruppo di lavoro per il calcolo scientifico coordinato dal prof. Roberto Alfieri.Lo studio si inserisce all’interno di un progetto di ricerca a più ampio respiro sulle resistenze oncologiche, coordinato dal dott. Marcello Tiseo, recentemente sostenuto dall’AIRC grazie ad un finanziamento che coinvolge, oltre al gruppo del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, il laboratorio di Oncologia sperimentale del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma diretto dal prof. Pier Giorgio Petronini e l’unità operativa di Medicina Nucleare diretta dalla dott.ssa Livia Ruffini.